giovedì 24 marzo 2016

coltellate e omertà



Martedì sera (22 marzo 2016) alle ore 19 circa, carabinieri e personale del 118 hanno soccorso tre giovani albanesi, riversi in una pozza di sangue in Via Alla Stazione a Seggiano, di fronte alla sala giochi accanto al supermarket Unes.
I tre, di età compresa tra i 22 e i 30 anni, erano stati accoltellati con fendenti nella zona addominale, secondo i testimoni da due individui subito fuggiti.
Il movente dell'aggressione rimane a tutt'oggi un mistero. Interrogati ripetutamente dai carabineri, i tre giovani si rifiutano di parlare.

Probabilmente stanno ubbidendo alla legge del Kanûn, ancora molto rispettata in Albania, specialmente nel Nord del paese. Una legge morale che ha il suo connettivo nella "besa (si legge "Bèssa"), che è più della parola data. È un patto, un giuramento d’onore. È la traduzione dell’omertà (burrnija) nelle azioni, nei gesti e nella parola. La besa è una promessa che deve essere mantenuta anche a costo della propria vita. Secondo il Kanun la parola data (visto che spesso si mancava di atti scritti) era irrevocabile, ed era necessario mantenerla per salvare l'onore

"A je burrë?" chiedono gli albanesi. Sei uomo? Se sei uomo, nell’omertà, appunto, c’è l’implicita accettazione di questo corpo giuridico che prese forma e forza nei gelidi inverni del medioevo, in un Nord freddo e duro, dove le comunità sono di stampo eroico patriarcale. Se sei uomo non importa se sei un contadino o un principe. Non scompare la tradizione, a maggior ragione oggi che gli albanesi in patria sono tre milioni mentre quelli fuori dal territorio natio sono il doppio.




Storicamente subito dopo il ponte Messi, a Nord di Tirana, nei pressi di Scutari, finiva la giurisdizione ottomana e iniziava a valere il codice del Kanûn.
Viene regolato dal Kanun anche il sistema delle vendette di sangue, consuetudine antichissima di origine illirica. Viene fissato in maniera rigorosa il diritto di vendicare l'uccisione del proprio familiare, colpendo fino al terzo grado i parenti maschi dell'assassino. Adempiere alla vendetta è considerato un obbligo, pena il disprezzo da parte della collettività. 
Regolando da secoli la vita nelle zone montuose a nord del paese, il codice del Kanun si occupa sia di diritto civile che penale disciplinando numerosi aspetti tra cui: la famiglia, il fidanzamento e il matrimonio, la proprietà privata e la successione, il lavoro, i prestiti e le donazioni, il giuramento e la besa, l'onore, il risarcimento dei danni, i delitti infamanti, la vendetta, il codice giudiziario degli anziani, i privilegi e le esenzioni.



KANUN__Il_sangue_e_l_onore
documentario sul codice del Kanun

anche la mafia albanese rispetta il Kanun

La più significativa fra le organizzazioni criminali straniere è certamente la mafia albanese che si distingue per i metodi particolarmente violenti e che, a rigore, è la sola mafia balcanica, essendo l’unica su base etnica. La sua struttura, secondo la DIA (Direzione Investigativa Antimafia, Progetto Shqiperia) ricorda la ‘ndrangheta, per la presenza di gruppi a struttura orizzontale, a base familiare o parentale, all’interno dei quali emerge la figura del capo ed in cui vigono rapporti estremamente rigidi, regolati dalle leggi non scritte del Kanun, sistema di norme consuetudinarie che definisce le regole morali e giuridiche della società albanese. I gruppi criminali albanesi, inizialmente assai frammentati e diffusi prevalentemente nel Nord Italia, si sono associati e operano ormai su tutto il territorio nazionale, interagendo con le organizzazioni criminali locali e in stretta sinergia con i referenti criminali residenti nel Paese d’origine.

martedì 22 marzo 2016

ricercato

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Ancora in fuga il terzo uomo fotografato stamattina assieme ai due kamikaze nell'aeroporto Zaventem di Bruxelles. Potrebbe essere il 31enne Mohamed Abrini.

La polizia del Belgio, purtroppo, ha sottovalutato la minaccia terroristica. Già lo scorso 29 febbraio, le autorità della UE avevano ordinato alla polizia belga di migliorare drasticamente i controlli dei passaporti e di installare un database con in nomi dei cosiddetti "foreign fighters", cioé dei guerriglieri legati all' Isis.
Sia le identità che i loro precedenti criminali e jihadisti degli assalitori erano conosciuti dai servizi di sicurezza, già prima che avvenissero gli attacchi. I fratelli Khalid e Brahim El Bakraoui, i due uomini sospettati di essersi fatti saltare in aria durante l'attentato all'aeroporto, erano stati arrestati per crimini violenti - in Belgio - prima degli attacchi ma, curiosamente, entrambi erano stati rilasciati.
Nel 2010 Brahim El Bakraoui fu condannato per aver sparato con un fucile d'assalto kalashnikov contro la polizia, durante una rapina a mano armata e fu condannato a nove anni, ma stranamente solo sei anni dopo era libero e in condizioni di poter fare un attentato terroristico. Khalid fu condannato per un certo numero di furti d'auto nel 2011, ma fu messo solo in libertà vigilata e quindi anche lui era libero di commettere atti terroristici.

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Come accaduto nel novembre 2015, oggi lo stato d'allerta delle nostre forze dell'ordine è salito al livello 2.

vedi anche: problemi di integrazione